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La luna poetica di Bodini e Pagano rischiara un Sud che sa pensarsi, che si connette all'Europa, che nei transiti culturali trova approdo nel conflitto costitutivo del moderno. Pagano non è racchiudibile nella formula del "tardo ermetismo meridionale", è piuttosto il poeta del disagio della "città lunare", della secolarizzazione infinita di un Salento vista nel simbolismo di un pensiero tragico e di una rivolta esistenziale non rassegnata al presente. Bodini vede nella "periferia infinita" del Salento la metamorfosi della luna dei Borboni, i paesini assolati e sospesi, l'orrore del vuoto del barocco di tufo leccese. Sono entrambi poeti pugliesi e meridionali che ci parlano della modernità e della sua crisi, che ci dànno le chiavi di accesso a un nuovo sentire con il linguaggio sovversivo e desituante della poesia.